mercoledì 13 novembre 2013

Stivale parte 1








Parte 1

Personaggi: uno stivale e vari stivali che svolgono il ruolo di comparse che non parlano e non si muovono.
 
              La scena che segue è ambientata nel 2030.
E' notte. Qualche luce fioca illumina la stanza di un piccolo mercatino dell'usato in periferia di una piccola provincia.
In scena ci sono molti scaffali che espongono le merci più svariate dai colori più improponibili.
Siamo nel reparto vestiti.
Il protagonista è uno stivale esposto assieme all'altra merce. Si trova in alto a destra dietro altre scarpe da ginnastica.

 
Ho una lunga lunga storia
da raccontare, da far sapere.
È una storia ricca di glorie
ma anche di sventure – non poche -.

Sono sempre stato sfortunato
come stivale – così mi chiamo,
è per via della mia forma
che mi hanno dato questo nome.

Il perché, non so, ma dal principio,
chiunque mi vedesse provava
il forte istinto primordiale
di calzarmi necessariamente,
prender le redini – spesso con la forza -
ed indossar questo stival.
Che avessero stile, dignità
o capacità, non importava.
no. mai. Questo non contava.
Nessuno teneva a mente ciò.
Nessuno pensava che volessi
solamente essere libero.

L'importante divenne che per chi
mi indossasse – non importava
chi fosse – dovessi calzare
a tutti i costi a pennello.

Nel caso in cui la misura
del piede di turno che calzava
non fosse stata giusta, perfetta...
si trasformavano in calzolai.

Lavoravano tutto il tempo,
giorno e notte, per riuscire
ad entrare nel mio stivale.
Quante trasformazioni subite!

Non solo dovevo ospitarli
con i loro piedi puzzolenti,
ma dovevo anche ringraziarli
perché loro mi trasformavano,
ed ogni volta che per fortuna
se ne andavano, emanavo
un sospiro di sollievo. Relax
solitudine. Pace. Libertà.

Ma il sogno non durò a lungo.
Presto altri si susseguirono.
A tutti dovevo adeguarmi.
A tutti dovevo inchinarmi!

Presto tornarono a volermi,
presto tornarono a calzarmi
trasformarmi... trasfigurandomi...
ed io ero stanco di tutti. Stanco!

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