venerdì 25 febbraio 2011

Cesare Pavese - Verrà la morte e avrà i tuoi occhi


Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla

Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.

giovedì 24 febbraio 2011

Una Mela al Giorno - rivista e aggiornata


La storia che segue è totalmente inventata.
Ogni riferimento a fatti,
persone, libri o divinità,
è puramente casuale.

Una Mela Al Giorno

Tragedia in due battute.
Anzi, 3!

Personaggi in ordine d’entrata:

Eva;
Un Mercante;

Specal Guest:
oiD, che non parla

La scena si svolge al mercato del paradiso terrestre
ambientato ai giorni nostri.
All’alzarsi del sipario si vedono le varie bancarelle
con in esposizione tutti i beni di dio
che si possono o non si dovrebbero trovare.
La  conoscenza è pericolosa!!!
Come ogni mattina, Eva gironzola
con il cestino della spesa in mano,
con aria spensierata, fermandosi di tanto in tanto,
curiosando fra le varie bancarelle.
Il suo sguardo si posa al bancone dello speziale,
situato in fondo alla piazza.
È incuriosita da varie mele, che in quei giorni
erano proibite…
Ne prende una, osservandola attentamente,
annusandone il profumo emanato.
Entusiasta dall’odore annusa nuovamente
il frutto proibito e con l’acquolina in bocca
decide d’acquistare la mela.

Eva, pensando tra se:

“Un pasto non provocherà conseguenze disastrose!” 
“Un pasto non provocherà conseguenze disastrose!” 
“Un pasto non provocherà conseguenze disastrose!” 

Entra oiD dall’alto dei cieli seguito da un coro polifonico 
e vari giochi di luce ed osserva attentamente la scena.

Eva:

Quanto costa una mela?

Il mercante:

L’ira di diO!

Eva:

Uh! Convertita in euro?

oiD guarda in malo modo entrambi e scaglia un fulmine 
contro di loro cacciandoli dal paradiso terrestre.


sipario

mercoledì 23 febbraio 2011

Una Mela al Giorno - Articolo di giornale


 Il Giorno dopo la cacciata di Eva,
i giornali del luogo, come notizia principale recano il titolo,
a caratteri cubitali, del paradiso terrestre vuoto,
con la conseguente ricerca di persone adeguate a  cui affittare…
l’inserzione apparsa è la seguente:
“Disponibile da subito, in pieno centro storico,
 ampia casa con giardino e bosco nelle vicinanze.
La casa è stata lasciata da poco dai precedenti inquilini
ed è in ottime condizioni.
Nelle spese non è compreso il riscaldamento, in quanto penserà
la vostra fede a riscaldarla, e neanche l’acqua,
in quanto potrete colmare la vostra sete direttamente da me.
Si pagherà il giusto prezzo e non si farà sconti a politici;
Si avranno delle selezioni prima di entrare;
Solo persone senza ambizioni possono entrar nella casa.”  
Subito la reazione a caldo di Eva, la quale ancora non crede
che per una mela così succulenta, con tante buone proprietà,
 sia stata cacciata di casa, lei, proprio lei, nient’altro che lei,
lei, che pagava puntualmente l’affitto ogni primo del mese
senza ritardi e non aveva mai avuto noie con i vicini
(anche perché all’epoca in cui son riportati i fatti i vicini non c’erano).
Ricorrerà alla piazza e il popolo le sarà a fianco.

Con quest'articolo non si capisce bene in effetti 
come siano andati i fatti. o da che parte stiamo.
Ma noi diamo solo notizie riportandole così
senza modifiche o aggiunte come fa certa stampa.


martedì 22 febbraio 2011

Leggende Del Popolo Curdo - La Storia Della Sberla



Un giorno il contadino Gerson   
camminando sulla strada di casa 
prende una terribile sberla sulla nuca senza alcun motivo.
Si gira, scorge il responsabile del fattaccio 
e lo denuncia al gendarmi, i  quali, 
trovando strana la storia, 
portano tutti e due al cospetto del giudice.
Questi interroga i due; 
il malcapitato Gerson spiega l’accaduto
e chiede spiegazioni allo sconosciuto.
Alla fine il giudice, non avendo sufficienti spiegazioni, 
condanna lo sconosciuto a una ammenda di due soldi. 
Gerson s’arrabbia moltissimo 
e contesta la condanna che ovviamente 
non trova adeguata alla gravità del fatto. 
Il condannato che non ha una lira in tasca 
chiede al giudice il permesso    
di tornare a casa per prendere i soldi 
della contravvenzione.
Il giudice acconsente facendo accrescere 
l’ira del nostro Gerson.  
Passano le ore, l’uomo non torna.
Il giudice nel frattempo si occupa di altre cause 
e la pazienza di Gerson finisce.
Allora s’avvicina al giudice, con tutta la sua forza 
gli assesta una terribile sberla e dice:
“ Arrivederci, io me ne vado; 
quando arriva l’altro fatti dare direttamente da lui i soldi.”

sabato 19 febbraio 2011

Shakespeare - Sogno di una notte di mezza estate - monologo di puck


 Se l’ombre nostre v’han dato offesa
voi fate conto v’abbian colto queste visioni
così a sorpresa mentre eravate in preda al sonno.
In lieve sonno sopiti ed era ogni visione vaga chimera.
Non ci dovete rimproverare
se vana e sciocca sembrò la storia,
ne andrà dissolta ogni memoria,
come di nebbia se il sole appare.
Se ci accordate vostra clemenza, gentile pubblico,
faremo ammenda.
E com’è vero che io son folletto
onesto e semplice, sincero e schietto,
se pur ho colpe non mai ho avuto
lingua di serpe falsa e forcuta.
Pago l’ammenda senza ritardo,
o mi direte che son bugiardo.
Ora vi auguro sogni felici,
se sia ben vero che siam amici,
e ad un applauso tutti vi esorto
poiché ho promesso
che ad ogni torto a voi usato per insipienza,
gentile pubblico, faremo ammenda.

venerdì 18 febbraio 2011

Shakespare, Riccardo III, Atto I Scena I

giovedì 17 febbraio 2011

Shakespeare - Riccardo III - Atto I Scena I


L'inverno del nostro scontento
è reso estate gloriosa sotto questo sole di York,
e tutte le nuvole che incombevano minacciose
sulla nostra casa sono sepolte nel petto profondo
dell'oceano. Le nostre fonti sono cinte di
ghirlande di vittoria,le nostre armi malconcie appese
come trofei,le nostre aspre sortite mutati in lieti incontri,
le nostre marce tremende in misure deliziose di danza.
la guerra dal volto grifagno ha spianato la fronte corrugata,
e ora, invece di montare destrieri corazzati per atterrire le
anime di nemici impauriti, saltella agilmente nella camera
di una signora al suono seducente di un liuto.
Ma io che non fui fatto per tali svaghi,
ne fatto per corteggiare uno specchio amoroso;
io che sono di stampo rozzo e manco della maestà d'amore
con la quale pavoneggiarmi davanti a una frivola ninfa
ancheggiante, io sono privo di ogni bella proporzione,
frodato nei lineamenti dalla natura ingannatrice,
deforme, incompiuto, spedito prima del tempo in questo mondo
che respira, finito a metà, e questa cosi' storpia e brutta
che i cani mi abbaiano quando zoppicco accanto a loro,
ebbene io, in questo fiacco e flautato tempo di pace,
non ho altro piacere con cui passare il tempo se non
quello di spiare la mai ombra nel sole e commentare
la mia deformità.
Perciò non potendo fare l'amante
per occupare questi giorni belli ed eloquenti,
sono deciso a dimostrarmi una canaglia 
e a odiare gli oziosi piaceri dei nostri tempi.
Ho teso trappole, ho scritto prologhi infidi 
con profezie da ubriachi, libelli e sogni 
per spingere mio fratello Clarence e il re 
a odiarsi l'uno contro l'altro mortalmente;
E se Re Edoardo è giusto e onesto quanto io sono astuto
falso e traditore, oggi Clarence dovrebbe essere imprigionato
grazie a una profezia che dice che G. sarà l'assassino 
degli eredi di Edoardo.
Tuffatevi pensieri intorno alla mia anima.

mercoledì 16 febbraio 2011

Shakespeare - Sonetto nr 47


 Fra l’occhio e il cuore s’è stretta alleanza
Adesso, e l’un rende all’altro i servigi,
quando l’occhio mi ha fame di uno sguardo
o sfanno il cuor gli amorosi sospiri:
del mio amore fa festa con l’immagine
l’occhio, e il cuor chiama al dipinto bacchetto;
all’occhio ospite è il cuore in altri casi
e i pensier d’amor con lui parteggia.
Così, in immagine o nell’amor mio,
lontano, sei con me presente sempre:
dei pensieri più in là non puoi fuggire
e sempre io son con loro e loro con te,
o, se dormono, l’immagine appare
e il cuor risveglia, e il cuore l’occhio affascina.

martedì 15 febbraio 2011

William Shakespeare - Sonetto nr 46



Occhio e cuore hanno in me guerra mortale
ché la tua vista vogliono spartirsi:
al cuore l’occhio sbarrare l’immagine
vorrebbe, il cuor nega all’occhio i diritti.
Afferma il cuore che dimori in lui –
Scrigno ove d’occhi il cristallo non penetra –
ma un tale asserto l’avversario esclude:
“Dimora in me quella bella parvenza”.
S’è riunito per assegnare il titolo
un giurì di pensieri (partigiani
tutti del cuore) e in verdetto han deciso
quanto al chiaro occhio spetta e al cuore caro,
così: all’occhio la parte  che è fuori;
l’amor che hai dentro è diritto nel cuore.

lunedì 14 febbraio 2011

William Shakespeare - Sonetto nr 24



Mi s’è fatto pittore l’occhio, e in cuore
La tua bellezza ha colto e messo in quadro;
cornice è il corpo mio che la contorna
e in quanto all’arte prospettica, è il massimo.
Attraverso il pittore l’arte scorgi
Per trovare la tua immagine vera:
mi sta nel petto in bottega, alla mostra
sempre, e i tuoi occhi le finestre invetriato.
Che servigio fan gli occhi, guarda:
t’hanno ripreso i miei, i tuoi finestre
mi son al petto, e il sole si compiace
insinuarvisi a contemplare te.
 Ma una maestria l’occhio non ha: la forma
ritrae soltanto, non conosce il cuore.

sabato 5 febbraio 2011

Noi Fummo Ciò Che tu sei


Noi fummo ciò che tu sei:
un tempo, uomini;

Diventerai come noi or siamo:
nel tempo ti dissolverai
polvere e cenere
di te rimarranno.

Sparse ai quattro venti
ti riuniranno all'invisibile.

Come noi, un giorno
la tua mortalità
eterna
giacerà.

venerdì 4 febbraio 2011

Nato Dalle Ombre


Per diversi atti ci pavoneggiamo
su d’un palcoscenico
con storie scritte da un’idiota...
I sogni diventano
breve realtà
di parole e suoni.
Ma poi tutto cessa
e non resta
che un ricordo
nato dalle ombre,
disperso nelle luci…

giovedì 3 febbraio 2011

Sintomi Di Degrado



L’energia che man mano svanisce
rende le nostre immagine non vere
d’un bianco sempre più chiaro, etereo,
rendendomi parte dell’invisibile
mentre m’assorbono i parassiti
felici d’avvolgermi con le catene.
            L’energia man mano svanisce
In un bianco più chiaro, etereo quasi
 mentre come parassita m’assorbe
annullando una non vera immagine
rendendomi parte d’un tutto invisibile
felice d’accogliermi con catene.
            L’energia man mano svanisce
mentre come parassita m’assorbe
rendendomi parte d’un tutto invisibile
in un bianco più chiaro, etereo quasi
annullando una non vera immagine,
con catene felice d’assorbirmi.

mercoledì 2 febbraio 2011

Non Luogo



Il teatro è un

non luogo dove 

noi fantasmi

torniamo in vita

ed uscendo 

dalle ombre
                             
diam voce 

ai nostri 

funerei 

volti…

martedì 1 febbraio 2011

Il Tempo Dei Sogni




Quando le candele nella notte,
smetteranno di ardere,
ed il sole, già in alto nel cielo,
a brillare sarà…
La magia notturna,
che altrove c’aveva trasportato,
al canto del gallo, svanirà.

Di lei, altro che un ricordo non resterà.
Sarà in quel momento, al sorgere del sole,
che tu, mi cercherai,
sperando che non sia stato un sogno,
il breve tempo che soave hai vissuto.

Ma inutili saranno le tue lacrime.
Il mio tempo è trascorso.
La mia chiamata m’ha fatto andar via,
seguendo un destino a cui sono legato.

Il tempo dei sogni, è svanito con la notte.
La realtà è tornata al suo corso,
infrangendo l’incantesimo che c’aveva unito,
svegliandoci brutalmente
da un incantevole sogno.

Ma io, io sarò ancora lì, al tuo fianco,
a vegliare sui tuoi passi,
che lentamente ci faranno incontrare,
mantenendo così promesse nate nella notte,
promesse che non resteranno infrante
perché un giorno ci incontreremo ancora.

Nel tempo dei sogni ci riabbracceremo.

La magia della notte
resterà un eterno incantesimo
che nessuno ad infrangere in grado sarà.