lunedì 29 maggio 2017

Michelangelo Buonarroti - Rime - O notte, o dolce tempo





O notte, o dolce tempo, benché nero,
con pace ogn’ opra sempr’ al fin assalta;
ben vede e ben intende chi t’esalta,
e chi t’onor’ ha l’intelletto intero.
 

Tu mozzi e tronchi ogni stanco pensiero;
ché l’umid’ ombra ogni quiet’ appalta,
e dall’infima parte alla più alta
in sogno spesso porti, ov’ire spero.
 
O ombra del morir, per cui si ferma
ogni miseria a l’alma, al cor nemica,
ultimo delli afflitti e buon rimedio;
 
tu rendi sana nostra carn’ inferma,
rasciughi i pianti e posi ogni fatica,
e furi a chi ben vive ogn’ira e tedio. 


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lunedì 22 maggio 2017

Michelangelo Buonarroti - Rime - Chiunque nasce a morte arriva

 
Chiunche nasce a morte arriva
nel fuggir del tempo; e ’l sole
niuna cosa lascia viva.
 

Manca il dolce e quel che dole
e gl’ingegni e le parole;
e le nostre antiche prole
al sole ombre, al vento un fummo.
 

Come voi uomini fummo,
lieti e tristi, come siete;
e or siàn, come vedete,
terra al sol, di vita priva.
 

Ogni cosa a morte arriva.
Già fur gli occhi nostri interi
con la luce in ogni speco;
or son voti, orrendi e neri,
e ciò porta il tempo seco. 


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Buon ascolto! 

lunedì 8 maggio 2017

Ludovico Ariosto - La favola della luna







Nel tempo ch'era nuovo il mondo ancora,
e che inesperta era la gente prima,
e non eran l'astuzie che sono ora;
a piè d'un alto monte, la cui cima
parea toccasse il cielo, un popol, quale
non so mostrar, vivea nella valle ima ;
che più volte osservando la ineguale
luna, or con corna or senza, or piena or scema ,
girar il cielo al corso naturale ;
e credendo poter dalla suprema
parte del monte giungervi, e vederla
come si accresca e come in sé si prema ;
 
chi con canestro, chi con sacco per la
montagna, cominciar correre in su,
ingordi tutti a gara di volerla.
 
Vedendo poi non esser giunti più
vicini a lei, cadeano a terra lassi,
bramando invan d'essere rimasti giù.
 
Quei ch'alti li vedean dai poggi bassi,
credendo che toccassero la luna,
dietro venian con frettolosi passi.
 
Questo monte è la ruota di Fortuna ,
nella cui cima il volgo ignaro pensa:
ch'ogni quiete sia, né ve n'è alcuna.


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lunedì 1 maggio 2017

Ludovico Ariosto - Chiuso era il sol



Chiuso era il sol da un tenebroso velo
che si stendea fin all'estreme sponde
de l'orizonte, e murmurar le fronde
e tuoni andar s'udian Scorrendo il cielo;
 

Di pioggia in dubbio o tempestoso gelo,
stav' io per ire oltra le torbid'onde
del fiume altier che 'l gran sepolcro asconde
del figlio audace del signor di Delo;
 
Quando apparir su l'altra ripa il lume
de' bei vostri occhi vidi, e udii parole
che Leandro potean farmi quel giorno.
 
E tutto a un tempo i nuvoli d'intorno
si dileguaro e si scoperse il sole;
tacquero i venti e tranquillossi il fiume.


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